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Il Diario spirituale di Leopoldo Pastori, un modello di evangelizzazione Leopoldo Pastori (1939-1996), missionario monaco del PIME, inizia a scrivere il suo Diario spirituale il 29 giugno 1983. Ha già alle spalle la prima esperienza missionaria in Guinea-Bissau, durata poco meno di quattro anni (1974-1978). Mentre scrive, riaffiorano i ricordi del passato, e così egli inserisce, come in un feed-back, date collegate a reminiscenze, riflessioni ed elevazioni spirituali. In ogni pagina dello scritto traspare l'anelito alla santità, che egli ha respirato fin dall'infanzia sotto l'influsso e la guida della mamma. Essere missionario santo: questo è quanto egli ha sempre creduto come fonte e condizione di efficacia del suo ministero apostolico. È maturata così in lui la decisione di ripartire per la Guinea-Bissau, pur prevedendo che il ritorno in missione poteva comportare rischi per il suo organismo. Di fatto lo ha portato alla morte. La figura e quindi il Diario di padre Leopoldo possono offrire a noi missionari e al popolo di Dio una più genuina visione dell'evangelizzazione, come è richiesta e invocata ardentemente dal magistero universale della Chiesa, anche come risposta alla fame e sete di Dio che si avverte in tanta parte dell'umanità. Il PIME è una società di vita apostolica, ossia una comunità di sacerdoti diocesani e laici che dedicano interamente la vita all'annuncio del Vangelo e alla promozione umana, in mezzo a popoli e culture di Paesi diversi, privilegiando le situazioni di "periferia", sia in senso geografico che esistenziale. I membri del PIME si dedicano ad attività molto differenti fra loro, accomunate però da un'unica tensione: testimoniare la novità di Cristo e costruire il Regno di Dio. Il libro è stato curato in particolare da Vito del Prete e Giovanni Musi.